Percorso impegnativo, soprattutto nel primo tratto, per il dislivello e per alcuni passaggi esposti sulle rocce di puddinga, attrezzati con corde fisse e passerelle in legno.
Il sentiero è dedicato a Serena Salvucci e Alessandro Mennella, giovani soci del CAI di Novi Ligure, residenti in Val Borbera e tragicamente caduti in un incidente sul Gruppo del Monte Rosa nel luglio 2003.
Risalita la Val Borbera lungo la strada provinciale SP 140, si giunge (km. 15,600) al piazzale antistante la stele di Pertuso (mt. 376), monumento che ricorda il sacrificio dei partigiani della Divisione Pinan Cichero durante il periodo della Resistenza, dove si può parcheggiare l’auto.
Attraversata la provinciale si imbocca la stradina che scende verso il torrente e subito si giunge al ponticello sul Borbera (mt. 351), passato il quale si deve superare un breve tratto esposto, ma attrezzato con passerelle in legno e corde fisse; il sentiero piega poi sulla sinistra con una serie di ripidi tornanti che salgono decisamente sulla puddinga, la caratteristica formazione rocciosa della zona, tra orniello (Fraxinus ornus), lantana (Viburnum lantana) e ligustro (Ligustrum vulgare); la fatica della salita è ampiamente compensata dagli scorci panoramici che diventano sempre più ampi e affascinanti, mostrando tutta la bellezza delle strette di Pertuso e del primo tratto della Val Borbera.
Continuando a salire tra roverella (Quercus pubescens) e carpino nero (Ostrya carpinifolia) si affrontano brevi tratti rocciosi dove nuovamente ci vengono in aiuto le corde fisse e si giunge sulla cresta principale da dove è possibile godere di una splendida veduta dei sottostanti paesi di Cantalupo e Rocchetta, del corso del Borbera che attraversa tutta la valle e delle principali cime di questo tratto di Appennino.
Proseguendo lungo il Costone della Ripa fra boschetti e spazi aperti che lasciano apprezzare il profumo del timo si giunge alla Croce degli Alpini (mt. 830) che si affaccia dalla cresta sul territorio sottostante.
Dopo una sosta per apprezzare il panorama, si riprende il cammino in lieve discesa, incontrando altri brevi tratti attrezzati; si passa attraverso boschetti di roverella alternata a carpino nero, ciliegio e nocciolo, mentre nelle radure è presente il ginepro (Juniperus communis).
Si giunge quindi alla Selletta del Monte Cravasana (mt. 815), da dove parte sulla sinistra il sentiero 255 che scende a Pagliaro Inferiore; proseguendo diritto si incontra dopo pochi metri un bivio: prendere il sentiero sulla sinistra che si inerpica verso il Poggio (mt. 853) raggiungibile in pochi minuti, dove sorge un ricovero in legno ove si può sostare.
Ritornati indietro di una ventina di metri si svolta a sinistra (segnavia e picchetti sono poco visibili con l’erba alta) e si scende decisamente, costeggiando il boschetto, fino a sbucare, dopo pochi minuti, su una carrareccia dove si gira nuovamente a sinistra, arrivando in breve alla Sella di Avi (mt. 732), dove sulla destra si trova il sentiero 256, che transita per la borgata abbandonata di Avi.
Il percorso segue la carrareccia con lievi saliscendi tra freschi boschi di castagno (Castanea sativa) e tratti più aperti che lasciano intravedere la selvaggia valle del rio Avi, giungendo infine al bivio che sovrasta la chiesa di Roccaforte, da cui si diparte sulla destra il sentiero 275 per Vignole Borbera, mentre a sinistra si possono raggiungere i ruderi del Castello Malaspina.
Ripresa la discesa si giunge in breve alla parrocchiale di Roccaforte Ligure (mt. 782), punto di arrivo del nostro itinerario.