Si tratta di un itinerario ad anello di lunga percorrenza con uno sviluppo di oltre 30 km., che si snoda sui rilievi collinari che circondano il paese di Montechiaro e che permette di attraversare e conoscere lo spettacolare ambiente dei calanchi, carico di colori e profumi unici.
Il percorso parte dal paese di Montechiaro Piana (mt. 162), nel piazzale dove si erge l’altissima e storica ciminiera, ultimo resto della fornace di mattoni, che per decenni fu la principale attività artigianale della vallata. Si segue un tratto di asfalto in direzione sud-est per circa 800 mt e, lasciate alle spalle le ultime abitazioni, il percorso abbandona l’asfalto ed incomincia a risalire la collina boscata e i coltivi, giungendo poi sulla SP225 all’altezza del km 13; dopo poche centinaia di metri, il tracciato gira a destra su una larga strada inghiaiata e scende verso il fondovalle attraversando un piacevole ambiente tra campi coltivati, prati e affioramenti di calanchi.
Giunto alla Casa Le Braie, il percorso prosegue in falsopiano, supera Casa Fornè e svolta a sinistra in direzione del guado su un rio minore tributario del Rio Torbo, poi prende a salire di quota immerso in un bosco di castagno (Castanea sativa) fino ad uscirne ritrovandosi alla base di un calanco. Il tracciato risale il calanco in un ambiente aperto dominato dalla presenza della vegetazione tipica di quest’ambiente: la ginestra, che in primavera domina il paesaggio con il suo giallo infuocato, il profumatissimo timo, il colorato caprifoglio ed ancora roverella (Quercus pubescens) e orniello (Fraxinus ornus).
Il percorso giunge ad un quadrivio, ove svolta a gomito a destra, proseguendo in salita lungo il crinale e snodandosi sulla cresta panoramica, fino a ritrovare il bosco ed incominciare la discesa verso il fondovalle con tratti anche in forte pendenza. Raggiunta la strada comunale, il tracciato svolta a sinistra e segue l’asfalto per un breve tratto, poi devia a destra e si immerge in un bosco ripariale seguendo il corso del rio Torbo. Si susseguono una serie di guadi sul rio, il quale scorre alla base dei calanchi poi il sentiero prosegue sul fondovalle fino ad una decisa svolta a destra e risale fino a giungere su una strada inghiaiata nei pressi di un edificio rurale; il percorso gira a sinistra sulla carrozzabile e arriva in breve in vista della chiesetta campestre della Madonna della Visitazione
Il cammino rientra nel bosco e dopo poco arriva al largo sterrato che, snodandosi alla base di diversi calanchi, si collega di nuovo alla strada asfaltata in località Barosi (mt. 439). Il percorso attraversa il piccolo agglomerato di case e continua verso la frazione Cavalli, scende verso il fondovalle, dove dominano i prati a sfalcio per poi superare la frazione Scagliola e, all’altezza della frazione Duranti, svolta a sinistra in direzione est fino ad un incrocio multiplo.
Il tracciato procede diritto inerpicandosi sul versante a calanchi fino a riallacciarsi alla strada asfaltata in località Costa Bella (mt. 485), dove si trova un ottimo punto panoramico sulle Alpi Marittime all’ombra di un’antica roverella. Dopo un tratto su strada comunale, il percorso, giunto nel suo tratto più meridionale, svolta a sinistra e si immette su una comoda carrozzabile immersa dapprima in un castagneto e poi in un bosco di querce e ornielli che ricalca la linea di crinale tra il territorio di Malvicino e quello di Pareto e poi scende verso Albareta (mt. 513), un piccolo nucleo di case abbandonate.
Raggiunta la strada comunale, il tracciato svolta in direzione nord verso il paese di Malvicino e dopo un chilometro e mezzo circa di asfalto, peraltro molto panoramico e poco frequentato dalle auto, svolta a sinistra e si inoltra nel bosco scendendo lungo il versante in modo repentino. Dopo aver attraversato una zona recentemente sottoposta a tagli boschivi, il tracciato arriva sul fondovalle, oltrepassa un piccolo tributario e svolta a destra su una comoda strada inghiaiata, che poi abbandona all’altezza di Case Serena, per giungere sull’asfalto nel punto di guado sul rio Belvicino.
Il percorso segue la strada per poche centinaia di metri e poi svolta a destra per risalire il versante a calanchi alle pendici del paese di Malvicino e man mano che si sale di quota, il panorama diventa sempre più ampio, immerso nella profumata e colorata vegetazione arbustiva e, seguendo la linea di crinale, giunge alla panoramica punta Marelli (mt. 470), da dove si può ammirare l’ambita meta e i paesi della valle Erro.
Il percorso si porta in direzione est e procede in discesa aggirando un’altra incantevole zona a calanchi, poi si addentra nel bosco e con una serie di svolte a sinistra arriva ad una carrozzabile sterrata, gira ancora a sinistra, attraversa un impluvio asciutto e poi prosegue in discesa su un fondo pietroso e sconnesso. Al termine della discesa il sentiero percorre il fondovalle seguendo una serie di piccoli guadi che permettono di risalire dolcemente il versante immerso in un ambiente tipicamente ripariale e, dopo aver superato una zona con rilevanti formazioni a conglomerati, riprende ad attraversare i calanchi alle pendici del paese di Montechiaro Alto.
Con un’improvvisa svolta a destra, il tracciato abbandona la carrozzabile principale, termina di risalire il versante boscato e giunge sulla strada comunale in località Arbi (mt. 405); dopo un breve tratto di asfalto gira a sinistra per scendere nuovamente sul fondovalle immergendosi nel bosco tipico di questa parte del territorio con le sue immancabili roverelle. Il percorso attraversa il rio Plissone, che qui scorre incassato fra le rocce formando caratteristici orridi e poi prende a risalire verso la località Vaccamorta su una comoda ed ampia carrozzabile sterrata fino ad arrivare alla cascina omonima, ove si producono rinomate formaggette di capra.
Il sentiero 573 si ricongiunge con la strada comunale e dopo pochi metri gira a destra per risalire il pendio che porta all’antico paese di Montechiaro Alto; si percorrono le antiche vie acciottolate di questo borgo molto suggestivo, con le sue antiche costruzioni, le scalinate in arenaria, gli antichi architravi datati sui portoni delle abitazioni. Poco prima di giungere sulla piazza del paese, si può risalire con una breve deviazione al sito dell’antichissimo castello di Montechiaro, edificato nel XII secolo, arroccato sulla collina e poi in gran parte abbattuto nel secolo XVII dagli Spagnoli e di cui oggi si possono ancora osservare la motta con la base della torre, parte dei bastioni e alcuni locali sotterranei.
Il percorso giunge sulla piazza del municipio, dove la prima domenica di maggio si svolge la festa annuale dell’”Anciuada der castlan” per ricordare il commercio delle acciughe salate, attività storica del comune e poi scende con una comoda gradinata alla sottostante Proloco. Il tracciato svolta a destra sulla strada comunale e dopo pochi metri rientra nel bosco per scendere lungo il versante, alternando tratti più aperti ad altri immersi nella vegetazione. Giunto alla frazione Marenchi, il sentiero svolta a sinistra sull’asfalto e subito dopo a destra per seguire lo sterrato che scorre tra i prati ed i coltivi e poi gli affioramenti calanchivi, oramai in vista del fondovalle.
Il percorso arriva alla piccola frazione di Dogliotti, attraversa i campi coltivati e giunge in un boschetto con una piccola area di sosta nel paese di Montechiaro Piana; gli ultimi metri riportano al piazzale di partenza, ove si ritrova l’altissima ciminiera e il ristoro presso il Circolo Sportivo, qui ubicato.