SENTIERO I VILLAGGI DI PIETRA (VEGNI - CROSO)
Zona
Settore 2 - Novi Ligure e la Val Borbera
Visualizza la mappa (file pdf 276.6 kb)
Visualizza il profilo altimetrico (file gif 10.7 kb)
Visualizza il file di Google Earth (file KML 21.72 kb)
Scarica la traccia per il tuo Gps (file gpx 70.83 kb)
Si risale la provinciale SP 140 della Val Borbera fino al km 27,400, poi si imbocca la SP 147 in direzione di Carrega Ligure; dopo circa 3,8 km. si prende la strada comunale sulla destra che sale in 5 km. alla frazione di Vegni, dove si parcheggia l’auto sul piccolo piazzale.
Il sentiero parte dal piazzale del paese svoltando subito a destra verso la chiesa e dopo aver oltrepassato le poche abitazioni si incomincia a salire dolcemente imboccando una carrareccia sulla sinistra.
Il percorso si snoda sul versante boscato tra alberi di
faggio (
Fagus sylvatica), acero di monte (
Acer pseudoplatanus),
nocciolo (
Corylus avellana) e sorbo montano (
Sorbus aria) mentre sull’opposto versante si può apprezzare la vista del paese di Agneto con i suoi terrazzamenti un tempo coltivati e oggi in stato di abbandono.
Giunti ad un bivio, si lascia la carrareccia principale che svolta bruscamente a sinistra per proseguire diritti in mezzo alla faggeta; in breve si esce dal bosco e ci si ritrova su una selletta panoramica, che permette di ammirare il Monte Antola e tutta la verdeggiante vallata del rio dei Campassi.
Il sentiero incomincia a discendere e dopo aver svoltato a sinistra si prosegue poi su continui saliscendi in un bel bosco di
rovere(
Quercus petraea),
cerro (
Quercus cerris) e
carpino nero (
Ostrya carpinifolia); dopo aver superato gli impluvi di piccoli rii secondari il bosco cambia fisionomia e subentra il
castagno (
Castanea sativa), i cui esemplari enormi, un tempo coltivati per i frutti, anticipano l’arrivo alla borgata abbandonata di
Casoni.
Le case in pietra sono “aggrappate” al ripido pendio e completamente invase dalla vegetazione; i tetti sfondati e le profonde crepe sui muri fanno intuire il triste destino di questa piccola borgata, tuttavia si possono ancora apprezzare le sapienti tecniche costruttive di muri e archi in pietra edificati secoli fa.
Il sentiero costeggia quest’antica frazione ed incomincia a salire ripidamente per poi proseguire a mezza costa; lungo il percorso con occhio attento è ancora possibile osservare i resti degli antichi terrazzamenti creati dall’uomo, dove un tempo si seminavano grano, meliga e patate ed ora completamente riconquistati dal bosco.
Dopo circa 20 minuti di cammino si giunge al piccolo nucleo di Ferrazza: questa borgata posta in posizione più soleggiata su un piccolo pianoro è stata in parte recuperata nel 1977, in particolare i tetti delle case sono stati rifatti ed una casa viene ancor oggi utilizzata.
Il sentiero transita sul margine alto della borgata, costeggiando una casa e proseguendo poi nel bosco; bisogna prestare attenzione al tracciato, perché in molti punti diventa stretto e l’alta vegetazione erbacea tende a nascondere piccoli cedimenti del terreno.
Il percorso arriva infine alla borgata abbandonata di Reneuzzi, posta sotto il Monte Antola ad una quota di 1075 mt. ed immersa nel fitto bosco; all’ingresso del paese si trovano il minuscolo cimitero, quello che secondo la rivista Airone è probabilmente “il più piccolo d’Italia” e la chiesetta di San Bernardo, dal bel campanile a vela.
Il percorso scorre tra le antiche case di questa frazione, un tempo abitata da numerose famiglie e poi definitivamente abbandonata nel 1961; la caratteristica principale di questa borgata è la sagoma arrotondata di alcune abitazioni che facilitavano il passaggio delle slitte e dei muli carichi di fieno; proprio intorno ad una di queste case, dalla particolare fattezza circolare, bisogna svoltare sulla destra, passando tra i resti di altri edifici e giungendo alla fine della borgata.
Dopo aver sostato nei pressi dell’ultima casa, dall’aspetto signorile e fornita di un caratteristico balconcino in legno, si attraversa dapprima un tratto invaso dai rovi e poi ci si inoltra nel bosco, dove poco dopo si possono apprezzare tre splendidi esemplari di acero di monte, sicuramente centenari e quindi dall’aspetto imponente, sui quali vivono alcune piante di vischio (Viscum album).
Si prosegue nella discesa attraversando un bosco ben strutturato di rovere, cerro e carpino nero ed il tracciato si snoda su una mulattiera dal fondo ciottoloso che diventa sdrucciolevole nelle giornate umide; si scende in maniera repentina con alcuni tornanti sul fondovalle dove scorre il rio Campassi.
Lungo questo rio dalla acque particolarmente limpide si trovano ancora due mulini abbandonati: il Mulino dei Gatti e il Mulino Gelato che un tempo funzionavano a pieno regime sfruttando le abbondanti acque, che scendevano dal Monte Antola.
Il Mulino dei Gatti ha un tetto in pietra ormai completamente ricoperto dal muschio e al suo interno ci sono due macine circolari che probabilmente venivano utilizzate per preparare alimenti destinati agli animali.
Il Mulino Gelato invece è una vera e propria emergenza storica dell’alta Val Borbera, in quanto al posto della ruota esterna possedeva una turbina di tipo Pelton, con grossi cucchiai di legno interamente scavati a mano, purtroppo oggi scomparsi.
Dopo aver oltrepassato il ponticello sul rio Campassi, si incomincia a risalire sul versante opposto, immersi in un bel bosco di faggio. Lungo la mulattiera è possibile apprezzare la presenza di antichi muretti a secco, ora completamente ricoperti di muschio e molto suggestivi, facendo attenzione a non calpestare i numerosi esemplari di salamandra pezzata (Salamandra salamandra), urodelo tipico di questi ambienti umidi e dalla colorazione nera con vistose macchie gialle, colorazione d’avvertimento per i potenziali nemici naturali.
Dopo un ultimo passaggio tra piante di nocciolo, che formano una sorta di viale alberato si arriva al paese di Croso, piccola frazione di Carrega Ligure, ancora abitata da qualche famiglia, soprattutto nel periodo estivo. Nel borgo di Croso é possibile sostare presso l' "art bed & breakfast", informazioni sul sito
www.patriziafabris.it E-mail:
patrizia.fabris@libero.it cell. 348-5733138
Difficoltà
Escursionistico
Lunghezza
7,11 km
Tempo
3 Ore
Scarica il pieghevole (file pdf 1.04 Mb)
Allegato 1: Scorcio di Vegni
Allegato 2: La vallata di Agneto
Allegato 3: La faggeta
Allegato 4: Panorama sulla valle dei Campassi
Allegato 5: Castagno secolare
Allegato 6: Arrivo a Casoni
Allegato 7: Architettura in pietra alla borgata di Casoni
Allegato 8: Scorcio di Ferrazza
Allegato 9: I colori autunnali
Allegato 10: Arrivo a Reneuzzi
Allegato 11: Scorcio del piccolo cimitero
Allegato 12: La chiesetta di San Bernardo
Allegato 13: La casa rotonda
Allegato 14: Antica abitazione
Allegato 15: Aceri di monte secolari
Allegato 16: Discesa verso il Rio Campassi
Allegato 17: Il Rio Campassi
Allegato 18: Il Mulino dei Gatti
Allegato 19: Il ponticello sul Rio Campassi e il Mulino Gelato
Allegato 20: Interno del mulino
Allegato 21: Salamandra pezzata
Allegato 22: Arrivo a Croso
Allegato 23: Scorcio della frazione di Croso